Il giudice e l’avvocato sono generalmente limitati alla loro conoscenza giuridica. Tuttavia, il trattamento di un caso richiede regolarmente l’intervento di esperti terzi nei loro campi. I giudici tendono quindi a ricorrere più alle perizie che a verifiche personali, consultazioni o constatazioni. Ciò rafforza infatti l’oggettività e la credibilità delle loro decisioni. Le perizie sono ordinate quando i documenti e le prove forniti non sono sufficienti a chiarire la questione per il tribunale.

L’intervento degli esperti può tuttavia ritardare il trattamento dei casi. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo prevede che le cause devono essere trattate dalla giustizia entro un termine ragionevole e senza ritardi che ne compromettano l’efficacia e la credibilità. Alcuni Stati sono stati condannati per non aver garantito ai cittadini un trattamento del loro caso entro un termine ragionevole.

L’opportunità di ricorrere a una misura istruttoria rientra nel potere discrezionale del giudice, che può liberamente rifiutarla. Il potere di ordinare una misura istruttoria trova i suoi limiti nella finalità, nella proporzionalità e nella sussidiarietà della misura. L’applicazione del principio di proporzionalità alle misure istruttorie è antica. Le misure devono essere limitate nel tempo, nell’oggetto e proporzionate all’obiettivo perseguito.

I giudici devono quindi verificare se la misura ordinata è necessaria per l’esercizio del diritto alla prova del richiedente e proporzionata agli interessi contrastanti in gioco. Il segreto commerciale non costituisce di per sé un ostacolo all’applicazione dell’articolo 145 del codice di procedura civile, purché il giudice stabilisca che le misure ordinate sono basate su un motivo legittimo, necessarie per proteggere i diritti della parte che le richiede e non incidano in modo sproporzionato sui diritti dell’altra parte rispetto all’obiettivo perseguito. Per esempio, una misura istruttoria non è proporzionata se è insufficiente per quanto riguarda i tempi e l’oggetto, basandosi su parole chiave che mirano esclusivamente a termini generici, nomi propri, cognomi e denominazioni delle persone contro le quali le misure sono state richieste.

Non è necessario che il giudice venga adito dalle parti per ordinare una misura istruttoria. Il giudice può infatti ordinare d’ufficio una misura istruttoria.

Il giudice ha la possibilità di respingere le richieste non pertinenti alla controversia, poiché le misure istruttorie possono essere ordinate solo entro i limiti stabiliti dalle parti stesse.

Le perizie non devono sopperire alla mancanza di una parte nella ricerca delle prove. Le parti sono obbligate a partecipare attivamente al processo fornendo assistenza alle misure ordinate dal giudice. La Corte di Cassazione richiede che i giudici di merito dimostrino perché una richiesta di misura istruttoria miri a compensare una carenza nell’amministrazione delle prove.

L’articolo 233 del codice di procedura civile prevede che il tecnico investito dei suoi poteri dal giudice debba svolgere personalmente la missione affidatagli.

In materia di filiazione, sono state emanate regole specifiche. La perizia genetica è obbligatoria in materia di filiazione, a meno che non vi sia un motivo legittimo per non eseguirla. Ciò accade quando l’obiettivo dell’azione è stabilire o contestare un legame di filiazione oppure ottenere o sopprimere sussidi.

L’inutilità della perizia costituisce un motivo legittimo per non ordinarla. A titolo di esempio, la Corte di Cassazione ha stabilito che la perizia genetica non era obbligatoria, anche in materia di filiazione, quando aveva lo scopo di stabilire la nazionalità francese. La Corte ha anche respinto una richiesta di perizia rilevando che si trattava di un’azione di rettifica dello stato civile e non di un’azione relativa allo stato delle persone. Poiché la prova può essere stabilita con qualsiasi mezzo, la perizia biologica non è obbligatoria. L’articolo 145 del codice di procedura civile non richiede ai giudici di caratterizzare il motivo legittimo della misura istruttoria rispetto ai diversi fondamenti giuridici dell’azione che la parte intende intraprendere. Tuttavia, le misure istruttorie richiedono che sia stabilita l’esistenza di fatti che rendano plausibile la fondatezza dell’azione giudiziaria proposta e che la misura sia utile a tale riguardo.

Per valutare l’esistenza di un motivo legittimo per conservare o stabilire la prova dei fatti da cui potrebbe dipendere la soluzione della controversia, non spetta alla giurisdizione di urgenza risolvere la questione di merito relativa alle condizioni di attuazione dell’azione che la parte potrebbe successivamente proporre. L’esistenza di una controversia potenziale e di un interesse probatorio nella misura richiesta in sede di urgenza per chiarire la parte su una possibile controversia di merito caratterizza il motivo legittimo. Il motivo legittimo si basa su 3 idee:

– la necessità di un sufficiente legame tra la misura richiesta e il futuro processo,

– un interesse probatorio nella misura prescritta e,

– se la misura impedisce una lesione degli interessi legittimi della parte avversa.

La misura è limitata a quelle legalmente ammissibili. Pertanto, devono essere escluse le modalità di prova irregolari o inammissibili, così come le misure ingiustificate o sproporzionate. Possono invece essere ordinate misure limitate a constatazioni il cui oggetto sia circoscritto dall’ordinanza e che non comportino alcuna violazione delle libertà fondamentali.

La giurisprudenza sembra ammettere che siano giustificate le violazioni dei diritti delle persone, in particolare per quanto riguarda il rispetto della vita privata del lavoratore, del domicilio o del segreto commerciale, purché il giudice stabilisca che le misure ordinate siano basate su un motivo legittimo e siano necessarie per proteggere i diritti della parte che le ha richieste. Nei procedimenti contraddittori, il rischio legato alla produzione di documenti è limitato, poiché la parte interessata può rifiutare la comunicazione del documento, e l’esperto ne riferirà al giudice che risolverà la questione.

L’atto di citazione in urgenza per ottenere una misura istruttoria interrompe il termine di prescrizione dell’azione di merito per la quale la misura è richiesta. Ciò avverrà solo se l’atto è diretto contro colui che si vuole impedire di far valere la prescrizione.

Il giudice investito di una richiesta di perizia può ordinare tale misura solo nei limiti della competenza giurisdizionale del suo tribunale. Ad esempio, un giudice di un tribunale privo di poteri giurisdizionali in materia di pratiche anticoncorrenziali e restrittive non può ordinare alcuna misura d’indagine.

È possibile adire il tribunale in via non contraddittoria per richiedere una misura istruttoria. In questo caso, il giudice deve assicurarsi dell’esistenza delle circostanze che giustificano il non procedere in contraddittorio e dovrà indicare i motivi per non procedere in contraddittorio nella sentenza.

La perizia può essere oggetto di appello indipendente dalla sentenza di merito, previa autorizzazione del primo presidente della corte d’appello, se è giustificato da un motivo grave e legittimo. L’appello deve essere proposto entro un mese. La decisione che ordina una perizia medica in materia di sicurezza sociale è suscettibile di un appello immediato, in quanto, a causa della portata particolare di tale perizia, la decisione risolve una questione di merito.

L’esperto deve invitare le parti a formulare osservazioni e deve tenerne conto. Di conseguenza, il rapporto di perizia e il pre-rapporto devono essere inseriti nel dibattito e sottoposti a discussione contraddittoria tra le parti. In caso contrario, il giudice escluderà le conclusioni dell’esperto.

Le perizie sono regolarmente utilizzate in materia immobiliare, in particolare per constatare irregolarità o danni. Lo studio legale incarica regolarmente medici esperti per determinare l’entità dei danni a seguito di un incidente, un’aggressione o un infortunio sul lavoro.

Per qualsiasi domanda riguardante una perizia, lo studio legale rimane a vostra disposizione.