Ogni anno, il Difensore dei diritti, un’autorità amministrativa indipendente che mira a combattere le discriminazioni e promuovere l’uguaglianza, pubblica il suo barometro sulle discriminazioni nell’occupazione.

L’ultimo rapporto del dicembre 2023 si è concentrato sui dipendenti colpiti da malattie croniche e le loro esperienze di discriminazione sul lavoro.

Tuttavia, la discriminazione può assumere diverse forme ed è importante conoscere cosa prevede la legge in materia al fine di evitare qualsiasi forma di discriminazione. Vedremo anche quali sono i mezzi di azione.

1. Fondamenti legali

La lotta contro le discriminazioni sul lavoro è disciplinata da diversi testi legislativi e regolamentari. Tra i più importanti, si possono citare:

– La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: la Francia è tenuta a rispettare i principi enunciati nella Carta, che vieta, al suo articolo 21, qualsiasi forma di discriminazione basata sul sesso, la razza, il colore, l’origine etnica o sociale, la religione, le convinzioni politiche o qualsiasi altra opinione, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la fortuna, la nascita, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale;

– La Costituzione francese: il principio di uguaglianza è sancito dall’articolo 1 della Costituzione, che stabilisce che “la Francia assicura l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge senza distinzione di origine, razza o religione. Rispetta tutte le credenze.”

– Il codice del lavoro: l’articolo L.1132-1 proibisce qualsiasi trattamento sfavorevole di una persona basato sui seguenti motivi:

• Origine,

• Sesso,

• Costumi,

• Orientamento sessuale,

• Identità di genere,

• Età,

• Situazione familiare,

• Gravidanza,

• Caratteristiche genetiche,

• Particolare vulnerabilità derivante dalla situazione economica, apparente o nota all’autore,

• Appartenenza o non appartenenza, reale o presunta, a un’etnia, una nazione o una presunta razza,

• Opinioni politiche,

• Attività sindacali o mutualistiche,

• Convizioni religiose,

• Aspetto fisico,

• Cognome,

• Luogo di residenza o domicilio bancario,

• Stato di salute, perdita di autonomia o disabilità,

• Capacità di esprimersi in una lingua diversa dal francese.

– L’articolo 1 della legge n°2008-496 del 27 maggio 2008 fa la seguente distinzione tra discriminazione diretta e indiretta:

“Costituisce discriminazione diretta la situazione in cui, in base alla sua appartenenza o non appartenenza, reale o presunta, a un’etnia o una razza, la sua religione, le sue convinzioni, la sua età, la sua disabilità, il suo orientamento sessuale o il suo sesso, una persona è trattata meno favorevolmente rispetto a un’altra in una situazione comparabile.

Costituisce discriminazione indiretta una disposizione, un criterio o una prassi neutra in apparenza, ma suscettibile di comportare, per uno dei motivi menzionati nel primo comma, un particolare svantaggio per alcune persone rispetto ad altre, a meno che questa disposizione, questo criterio o questa pratica non sia oggettivamente giustificata da uno scopo legittimo e che i mezzi per conseguire questo scopo siano necessari e appropriati.

La discriminazione include:

1° Qualsiasi atto correlato a uno dei motivi menzionati nel primo comma e qualsiasi atto con connotazione sessuale, subito da una persona e avente lo scopo o l’effetto di ledere la sua dignità o creare un ambiente ostile, degradante, umiliante o offensivo;

2° Il fatto di ordinare a chiunque di adottare un comportamento proibito dall’articolo 2.”

2. Alcuni Esempi di Situazioni di Discriminazione

Il codice del lavoro considera diverse situazioni in cui potrebbe verificarsi la discriminazione.

Queste includono:

– Assunzione: è il caso in cui una persona viene esclusa da una procedura di reclutamento o nomina o dall’accesso a uno stage o a un periodo di formazione in azienda a causa dei diversi motivi elencati nel codice del lavoro.

È quindi importante prestare attenzione alla stesura dell’annuncio di reclutamento, così come alla conduzione dell’intervista.

Infatti, per quanto riguarda la discriminazione, spetta al dipendente presentare elementi che suggeriscano l’esistenza di tale discriminazione e il datore di lavoro deve giustificare elementi oggettivi estranei a qualsiasi discriminazione.

– Notifica di sanzione disciplinare, licenziamento: è il caso in cui un dipendente viene sanzionato o licenziato al di fuori di qualsiasi colpa o casi legali di incapacità, motivo economico o inadeguatezza professionale.

– Differenza di retribuzione basata sui motivi precedentemente elencati;

– Rifiuto di formazione o promozione professionale basato sui motivi precedentemente elencati ;

– La discriminazione sindacale: l’articolo L.2141-5 del codice del lavoro vieta al datore di lavoro di prendere in considerazione l’appartenenza a un sindacato o l’esercizio di attività sindacali per decidere di reclutare, concedere una promozione, assegnare determinati compiti o sanzionare. Questa protezione copre sia il dipendente che aderisce a un sindacato sia il dipendente che detiene un incarico sindacale o che esercita un’attività sindacale. Pertanto, l’assenza di qualsiasi sviluppo di carriera e di remunerazione durante l’incarico sindacale costituisce una forma di discriminazione sindacale (Corte di Cassazione, camera sociale, 24 novembre 2021, n°20-15871).

La Corte di Cassazione ha anche stabilito che il semplice fatto di designare un dipendente per la sua origine (“La Libanese”) costituiva discriminazione, al di fuori di ogni altra differenziazione oggettiva rispetto agli altri dipendenti (Corte di Cassazione, Camera sociale, 20 settembre 2003, n°22-16130).

3. Quali sono i Ricorsi per le Vittime?

In caso di discriminazione sul lavoro, le vittime hanno diversi ricorsi per far valere i propri diritti:

– Denunciare la situazione ai rappresentanti del personale o ai delegati sindacali;

– Rivolgersi all’Ispettore del lavoro per informarlo delle misure discriminatorie subite;

– Rivolgersi al Difensore dei Diritti: il Difensore dei Diritti è un’autorità indipendente incaricata di difendere i diritti e le libertà dei cittadini. Le vittime di discriminazione possono rivolgersi a questa istituzione, che può condurre indagini e formulare raccomandazioni.

– Presentare un reclamo presso i servizi di polizia o gendarmeria;

– Rivolgersi al Consiglio di prud’hommes: le vittime hanno la possibilità di intentare azione legale presso il Consiglio di Prud’hommes per ottenere riparazione del danno subito. Nel contesto di una procedura, è fortemente consigliabile essere assistiti da un avvocato che guiderà le parti sulla strategia da adottare e il modo migliore per presentare la situazione. Infatti, spetta al dipendente presentare elementi che lasciano supporre l’esistenza di discriminazione. Il datore di lavoro deve giustificare elementi oggettivi estranei a qualsiasi discriminazione.

L’azione presso il Consiglio di prud’hommes ha lo scopo di ottenere l’annullamento della decisione fondata su uno dei motivi vietati elencati nel codice del lavoro e ottenere la riparazione del danno subito.

Il dipendente ha un periodo di 5 anni dalla rivelazione della discriminazione per presentare le sue richieste al Consiglio di prud’hommes. Oltre questo periodo di 5 anni, non è più possibile agire.

Lo studio legale LBV AVOCATS resta a vostra disposizione per accompagnarvi nelle vostre azioni.